sabato 3 novembre 2012

Il Prof. Giacinto Auriti denuncia Bankitalia

Mi domando quali vantaggi ci sta portando l'euro. Gli economisti forse ne vedono molti, ma chi, come me e come la maggior parte degli italiani, non lo è, non ne vede. Significa forse che siamo tutti una massa di ignoranti? Io so che prima dell'avvento dell'euro con 50.000 lire si faceva una buona spesa nei supermercati. Oggi con 50 euro, ossia quasi il doppio delle 50.000, compri ben poco. Questo vale non solo per il supermarket, ma per tutto ciò che si compra.
Mi chiedo inoltre per quale motivo la Costituzione italiana non permette al popolo di partecipare alle decisioni economiche che prendono i Ministri competenti. Sono ingenuo?
Da maligno sono portato a pensare che quando diamo il voto, consegniamo anche il nostro salvadanaio e questo ci riempie di ansie. Chi ha poi in mano i nostri soldi, ci controlla se per caso mettiamo dentro qualcos'altro. C'è qualcosa da rivedere. La sovranità dimezzata del popolo italiano sta crescendo di interesse e il Prof. Auriti (buon'anima) non ha torto. Altro che complottista e via dicendo tutto il male peggiore.
Il diritto viene sempre prima dell'economia e lui era un docente universitario del diritto.
Alle sue logiche teorie, che anche un bambino capirebbe, si sovrappone l'interesse pratico del banchiere che stampa cartamoneta, senza alcuna garanzia.
Cosa impedisce ad una Nazione di sopravvivere col frutto del proprio lavoro? Di creare la propria moneta, con l'oro o senza...E cosa impedisce di fare dei patti con altre Nazioni? Anche se non si usa la stessa moneta?
Se lo stipendio medio di un operaio prima dell'euro era di 1.500.000 di lire oggi è di circa 750 euro, ma con quei soldi non fa la stessa vita di prima, è peggiorata: dov'è dunque il vantaggio di usare l'euro?

giovedì 1 novembre 2012

Nì all'Europa unita

Mi chiedo se questo governo ci prende veramente per degli asini da contenere dietro il filo spinato.
Prima ancora di fare dei patti per l'unione europea, possibilmente approvata da tutti i popoli, l'unica cosa che interessava unire era la moneta. Su questa unione iniqua si stanno elaborando leggi che sottraggono ricchezza privata, oltreché servizi e lavoro, per pagare un debito pubblico alle banche che detengono i nostri titoli di Stato.
Vorrei ricordare che già nell'800, i titoli di stato, quelli del regno di Napoli sono stati quotati fino al 120% alla borsa di Parigi, all'epoca la più importante d'Europa. Quali progressi abbiamo fatto da allora ad oggi?
La scusa della crisi, artatamente provocata è, o meglio era, un problema americano non europeo.
Se l'unione commerciale nel mondo occidentale deve diventare un domino, allora si difenda meglio con degli accorgimenti lo sviluppo europeo. Quale illustre membro del Parlamento può spiegarci perchè al supermercato dobbiamo comprare limoni argentini e i nostri dobbiamo distruggerli? Che razza di mercato è?
Intanto impoverisce l'Italia e non solo. A chi conviene questo?
Oggi si grida da tutte le parti, ed è una specialità di Monti: ce lo chiede l'Europa, come nel 1300 al grido di Dio lo vuole, si massacravano l'uno con l'altro. Oggi l'Europa massacra noi.
I tempi sono cambiati. Non si può più governare incutendo paura alla gente per rapinare i loro risparmi. Hanno ragione i tanto decantati investitori (balle) ad aver paura delle prossime elezioni. Noi siamo stufi di ragliare come asini inascoltati. Se la sovranità è del popolo allora il popolo vi manderà a casa tutti, per i pessimi accordi fatti col resto d'Europa e per quel poco di sovranità popolare che si vuole svendere, come i beni dello Stato.
A noi dello spread importa poco. Le speculazioni appartengono alle grandi banche, ma non vogliamo essere noi le vittime.

mercoledì 31 ottobre 2012

POSTE ITALIANE

Vi racconto un fatto. 15 giorni fa circa, ho dovuto chiedere ad un ufficio postale vicino casa, l'estratto conto del mese di dicembre 2011 per poter presentare un certificato ISEE al mio Comune. In quanto sul sito, dove accedo regolarmente,  non c'è nulla dello scorso anno. Chissà poi perché...difficoltà tecniche forse.
Ancora non è arrivato niente. Ho sollecitato per telefono l'ufficio postale...ma come sappiamo tutti: verbo volant, forse è per questo che tutte le grandi aziende si dotano di call center che tutto ti dicono, tranne quello che ti interessa, quando non sei costretto a sentire una registrazione.
Da informazioni assunte al numero verde delle Poste Italiane, mi è stato comunicato che per avere quel documento...e credetemi, fatto di un solo foglio, (ho davvero poco da muovere) dovrò aspettare almeno un mese e al costo di 10 euro. Per un foglio di carta formato A4. E' un ladrocinio o no? E' nel loro database e basterebbe un click spedendolo via posta elettronica.
In un mese una normale lettera dall'Italia agli USA viaggia 4 volte: andata e ritorno.
Che dire? Ogni commento sarebbe superfluo senonché le simpatiche signore allo sportello, affrontano tutto con estremo disinteresse (...non dipende da noi, ci dispiace, si rivolga a poste italiane). Ossia, non rompa le cosidette e non ci faccia perdere tempo che abbiamo da fare..
Possibile che nel nostro bel paese non si possa mai contattare un responsabile di qualcosa?

Ma che Italia abbiamo fatto? Siamo pure beffati dai "molto onorevoli" politici che lamentano la lontananza dei cittadini dalla politica. Ci ammazzano con le scartoffie, con le tasse, fanno errori che ci costa tempo, denaro e fatica per sistemarli e poi si lamentano?Le votazioni in Sicilia sono piuttosto significative. Imparino qualcosa i signori che stanno in Parlamento. Noi saremo sempre più lontani da questo modo di fare politica.
W l'Italia!

martedì 23 ottobre 2012

Monti lo chaffeur

La crisi in Italia, come nel resto dell'Europa, era prevista e organizzata. Questo video lo dimostra molto bene. Il ricatto fatto all'Italia: o Monti al Governo o non venderete più titoli di Stato, spiega perché in fretta e furia è stato nominato Senatore a vita e fatto primo ministro, Sentiamo da anni che se eravamo ad un passo dal baratro, che eravamo sull'orlo di default e tutto questo, spaventando i creduloni italiani ha fatto sì che si sperasse davvero in un "salvatore". La storia insegna che i governi hanno, da sempre, amministrato i loro popoli incutendo loro paure.
Ebbene questo salvatore, invece di incoraggiare gli investimenti (che non sono gli acquisti dei titoli italiani), aumenta le tasse portandoci al primo posto al mondo come il Paese che paga le tasse più alte e taglia i servizi. In sostanza ci sta impoverendo.
C'è da chiedersi allora dov'è la differenza tra "cadere in un baratro" e la nostra salvezza, di cui si vanta tutti i giorni. Prende ordini dalla BCE e dalla Germania che impongono e lui esegue, altro che sbattere i pugni sul tavolo. (Senza parlare degli interessi degli USA, governata dalle lobby sioniste che minacciano)
Sbattere i pugni significa: o voi date un bel taglio al nostro debito pubblico per poter abbassare le tasse e permettere investimenti e creare posti di lavoro o noi non manteniamo i patti fatti in precedenza. Che cosa succederebbe? Moriremmo di fame più di oggi? Lui si limita a guidare l'Italia, come una vecchia Fiat, verso una fine ingloriosa.
Già si sussurra che avremo un Monti bis. Noi al governo vogliamo un cittadino qualunque che ponga fine ai ricatti imposti. Destra e sinistra ormai non dicono più niente a nessuno. Hanno perso quella credibilità che gli italiani, attraverso il loro idealismo, riponevano in loro.
Dove  porterà la chaffeur Monti l'Italia? Probabilmente in qualche garage della Goldman Sachs.

venerdì 19 ottobre 2012

Un altro Parlamento all'italiana




Il Parlamento Europeo ha finalmente risposto, dopo 9 anni, ad una mia petizione di impedire che i Savoia portassero in Svizzera i "gioielli di famiglia", come da loro richiesto, depositati nella Banca d'Italia.
Questo il contenuto:
                                                                                      Bruxelles
                                                                                                                                
                                                                            PS/rq/02-COM.PETI(2004)D/1855
                                                                                                               
                                                                               Sig. Giuseppe De Gennaro
                                                                               ViaXXXXXXXXXX
                                                                                I-20017 RHO MI


300580  26.01.2004
Oggetto: Petizione n. 485/2003

Egregio Signore,
con la presente, mi pregio comunicarLe che la commissione per le petizioni ha terminato l'esame della Sua petizione.
Conformemente al suo regolamento (articolo 174, paragrafo , il Parlamento europeo può esaminare nel merito solo le petizioni il cui oggetto rientri "nell'ambito dell'attività dell'Unione Europea".
La commissione per le petizioni è pervenuta alla conclusione che la materia per cui Lei chiede un intervento del Parlamento Europeo - la restituzione del bottino di guerra trafugato dall'esercito savoiardo, l'archiviazione dei documenti storici riguardanti il risorgimento e la loro accessibilità - esula da questo ambito.
Sono quindi spiacente di comunicarLe che la Sua petizione sarà archiviata, conformemente alle disposizioni dell'articolo 174, paragrafo 6 del regolamento del Parlamento europeo.
Nel ringraziarla per la fiducia da Lei riposta in questo Parlamento nonchè nell'istituto della petizione come strumento concreto di esercizio della cittadinanza dell'unione, voglia gradire i miei più distinti saluti.

                                                                                                        Nino GEMELLI
                                                                                                        (Lettera firmata)

Ho risposto a questo signore nel seguente modo:

Egr. Sig. Gemelli,
la ringrazio per aver esaudito la mia domanda, anche se arrivata con notevole lentezza. Immagino la mole di lavoro che ha la Commissione petizioni.
Capisco la sua risposta, credo però che alla mia richiesta sia stata data solo una lettura veloce e superficiale perchè io non ho mai parlato di bottino di guerra conquistato dai Savoia, in quanto non vi fu nessuna dichiarazione di guerra, come prevedeva il diritto internazionale, esistente allora.
E se non sbaglio, il non rispetto del diritto internazionale interessa tutti i paesi del Mondo, non solo europei, diversamente che diritto di quale internazionalità si tratta? Questo aspetto è stato considerato dalla Commissione?
Non ci sono altre autorità a cui ricorrere, renderò nota questa risposta che mi appare più un modo per evitare di esaminare il problema che affrontarlo in modo compiuto.
Grazie di nuovo ed accetti cordiali saluti,
G. De Gennaro
P.S. Rifarò la petizione in modo diverso

mercoledì 17 ottobre 2012

Revisionisti, negazionisti e complottisti.

Bisognerebbe sempre usare le parole non come pietre da tirare alla testa, come una lapidazione, ma per capire e farsi capire e i modi per farlo sono davvero tanti..
Secondo, non la vulgata, ma i fini dicitori che scrivono storie, storielle e favole, chiunque scriva:..., se alla sua storia, storiella o favola scritta manca questo fatto, o l'altro fatto è stato esagerato, e qualcuno lo dice, o meglio, lo scrive...è negazionismo questo? A morte!
No, non è così. Se da 150 anni ci dicono che Garibaldi si incontrò a Teano con Vittorio Emanuele II, con assoluta certezza, anzi, addirittura con testimoni, c'è un altro storico, anzi più di uno che dice: Non è vero, si incontrarono a Vairano, a pochi km da Teano, ormai anche gli storici, in gran parte, lo ammettono.
Quale danno ne deriva al  nostro Paese se si corregge questo luogo d'incontro? Forse a Teano, per la ricorrenza, faranno una sagra meno importante. Tutto qui. Sarei un negazionista? Un complottista?
Un complotto si fa in danno di una persona o di un'istituzione, un governo, non contro dei fatti da esaminare a fondo.
Ho portato un esempio conosciuto da tutti e da pochi anni puntualizzato.
Se parliamo invece di altri argomenti che riguardano la seconda guerra mondiale, ho letto che in alcuni Paesi, e non solo in Europa, si rischia addirittura la galera se non ci si adatta a scrivere o a pensare, senza scriverlo, quello che a tutti è stato comunicato e fatto vedere in filmati. Perché?
Perché non si può indagare quante sono state le vittime ebraiche di Hitler? Sei milioni, quattro? Otto?
Fossero anche solo 100, è sempre da condannare chi uccide i non combattenti.
Badate bene: si parla di fatto storico, non di tazze o di offese, nè si incita all'odio, nè si difende qualcuno.   Solo dopo ricerche storiche approfondite, esame di tutti i documenti disponibili, verifica delle testimonianze, analisi tecniche sul campo, solo allora si può, nel caso, mettere in dubbio o confermare un qualsiasi fatto narrato e che, in qualche modo stride con i documenti, o che sono imprecisi o inesatti. Non prima. Non si nega niente...si analizza, si cerca, come qualunque storico serio fa da sempre.
In questo modo, così come promette il nostro primo ministro su Corriere della Sera , è come dire: Tu, per legge, non puoi pensare questo fatto e se ti concedo di pensare, non puoi ne dire ne scrivere ciò che pensi.. E' assurdo!
Com'è possibile ragionare, indagare, negare o accettare il massimo argomento che dovrebbe essere un tabù per tutti: Dio, l'essere supremo dell'intero universo, riconosciuto dalle tre grandi religioni monoteistiche, per i moltissimi che credono e non si può invece, per legge, ragionare su certi fatti accaduti agli uomini, poveri mortali che riguardano quel periodo? Non mi riferisco solo alle vittime di Hitler. Anche a qualche ufficiale italiano che ha tradito, è stato processato, ma nessun giornale ne ha parlato.
C'è qualcosa che non va.
Se sono costretto, con la violenza, a credere, eliminiamo la parola civiltà dal nostro vocabolario. Non ha alcun senso se non posso esercitare questa decantata civiltà di libera scelta, dono di Dio.
 Forse di quei fatti, potremo parlarne tra 150 anni, quando dovranno essere prese come vangelo le testimonianze ascoltate e lette, ancora oggi.
E così il prof. Monti, dalla miseria in cui ci caccia, passa alla limitazione della libertà di pensiero.
Non può farla questa legge, lo proibisce Human Rights Committee.  Ma in Italia la storia la scrive chi vince e comanda e non chi pensa. Bravo Monti! C'era bisogno di laurearsi per fare questa legge?
Così, per legge, dovremo accettare di non sapere mai quante persone sono state vittime dei nazisti o chi ha fatto cosa. Oltre alla sovranità popolare, ci toglieranno anche un pò di libertà personale, senza alcun motivo.

W l'Italia!

lunedì 15 ottobre 2012

Urka! Veltroni si dimette. Che notizia!


E ddai...ciapa el mic, fà no inscì....

C'è posta per te...ma cavoli senza francobollo!

Madò....e che sò strascinate chiste?


Oh mon Dieu...mò mi suicido, Veltroni si è dimesso. Tamburi che coi loro tam tam ripetono a gran voce: Veltroni lascia il parlamentooooo! Avremo forse uno stipendio in meno da dare? Mah....si dimette sì, ma non lascia la politica, tanto per non allontanarsi troppo dalla tavola, meno imbandita. Se fossi in lui, dopo aver lasciato il Parlamento, andrei ad arare i campi, come fece Porsenna. Tanto non penso che abbia bisogno dei soldi per fare la spesa, come tanti italiani.
Però...udite udite...D'Alema ha raccolto 700 firme nella sua Puglia. Porca misera quanti! Ragazzi questi personaggi sono proprio messi male eh? Aspettiamo adesso le dimissioni della Bindi, che secondo me, è più tosta degli altri due. Non sono anti-sinistra, sia chiaro, nè anti-destra, non sono anti-niente, chiedo solo di essere governato da gente al servizio degli italiani e non di quelli che usano gli italiani per servirsene. E' troppo?
A Milano tra la Lega e Formigoni scintille in atto, vedremo se scoppierà l'incendio o arriverà qualche pompiere.
Grilli che continua a dire che il patto di stabilità è la medicina migliore che l'Italia abbia mai avuta, percio: mandatela giù in un fiato, così non sentirete quanto puzza e non rompete le scatole.
Nessuno ancora ci dice di chi sia la proprietà dell'euro, e la giustizia continua a lasciarsi dietro la scia bavosa del tempo.
Tutto questo, mentre 5 milioni di italiani piangono e ridono alla tv dove la sig.ra Costanzo dà spettacolo col vetusto: c'è posta per tutti!
Ma non era meglio una commedia di Gilberto Govi? Almeno si rideva un pò tutti.
Mio Dio ti prego, non ne posso più!

Vinti o venduti?

Da anni ormai, le associazioni, i meridionalisti, i tifosi, i giornalisi e via dicendo, parlano e scrivono solo delle note positive del sud, dei primati, degli eroismi, dei morti dimenticati, dei soldati degni che mai tradirono il loro re, ecc...ma non si parla mai delle note negative, dei personaggi, salvo il famigerato Liborio Romano. Ministro degli interni del governo di Napoli che fece accordi con la camorra per accogliere degnamente Garibaldi in città.
Sarebbe ora che anche nomi  di chi tradì fossero noti ai più.
Nel bel librone di Roberto M. Selvaggi, vi sono nomi e fotografie, non di tutti ovviamente, sono tanti.
Indipendentemente dalla parte in cui ci si batte, chi tradisce il giuramento fatto, prima della capitolazione, che per un militare è sacro, lo si può definire in un solo modo: traditore, amico o nemico che sia.
Sembra che molti dei nomi e dei volti che pubblicherò, ( sempre secondo Roberto M. Selvaggi, buon'anima ) siano passati all'esercito italiano, dopo la resa di Gaeta, ultima piazzaforte di difesa. Ragion per cui non penso sia giusto assimilarli ai traditori. Un professionista, sia esso militare o sommelier o conducente, deve pur continuare a lavorare. Casomai sono quelli che hanno tramato contro il giovane re, Francesco II, prima che fosse attaccato, meriterebbero l'infamia e l'ignomìnia ...e pure la gogna...và!

 MAGGIORE LUDOVICO DE SAUGET Napoli 12.11.1824 - Napoli 4.3.1882


Secondogenito del generale Roberto De Sauget frequentò il real collegio militare dal 1835 al 1840. Nominato alfiere di artiglieria fece una discreta car­riera e nell'agosto del 1860 fu promosso maggiore. Protetto dal generale Pianell fu addetto allo stato maggiore dell'esercito. A Palermo nei combatti­menti del maggio aveva ricevuto la croce di diritto di S. Giorgio per il modo col quale aveva coman­dato la sua batteria, nella quale militava il tenente Purmann caduto sul campo. Nell'agosto del 1860 fu inviato in missione in Calabria dal ministro della guerra e al ritorno a Napoli disertò per passare ai garibaldini. Entrato nell'esercito italiano giunse al grado di maggior generale. Nella fotografia in uniforme dello stato maggiore italiano porta an­cora sul petto la decorazione borbonica.    
                                   GIOVANNI POLIZZY Napoli 11.11.1787 - Napoli 6.3.1869

Figlio del generale Vincenzo era stato ammesso a corte come paggio dal re Ferdinando IV. Entrati i francesi a Napoli era stato promosso alfiere di artiglieria ed aveva partecipato alle campagne di Calabria, di Spagna e d'Italia. Dopo una lunga carriera nell'arma di artiglieria era stato promosso generale di brigata nel 1855 e da allora si era occupato della ispezione del personale dei corpi facoltativi. Il 18 giugno 1860 veniva promosso maresciallo di campo e nominato comandante della piazza di Napoli dove permise disordini e aggres­sioni ai posti di polizia. Per la sua negligenza ven­ne sostituito il 2 luglio e rinviato all'ispezione diartiglieria. Entrato Garibaldi a Napoli si mise a sua disposizione e per la sua profonda conoscen¬za del personale fu ammesso nell'esercito italiano come effettivo nonostante i suoi settantatré anni. Fu utilizzato dai piemontesi per lo scrutinio nel¬l'ammissione all'esercito italiano degli ufficiali di artiglieria comportandosi in maniera spietata nei confronti dei suoi ex commilitoni. Terminato l'in¬carico fu subito messo a riposo. Nella fotografia Giovanni Polizzy è m divisa da maggior generale dell'esercito italian




FILIPPO FLORES


Palermo 17.6.1809 - Napoli 11.9.1867 Proveniente anch'egli, come Marra dai reggimen­ti siciliani, nei quali il padre, il colonnello Francesco, gli aveva acquistato il grado di capitano nel 1827, fece parte di quella lunga serie di generali opportunisti che in tempi di dominio borbonico furono più reazionari dello stesso re e che al momento del trapasso cambiarono colore repenti­namente. Nel 1844 Flores si trovò a capo del consiglio di guerra che decretò la morte dei fratel­li Bandiera. Nel settembre del 1860, dopo una carriera scialba ed incolore, praticamente non ave­va mai combattuto, era comandante territoriale delle Puglie. Il giorno 3 ricevette da Napoli l'ordine di ritirarsi a Capua con tutte le truppe presenti nella regione, un reggimento di fanteria, un battaglione di gendarmi, quattro squadroni di cavalleria e una batteria di artiglieria, formanti una brigata al comando del generale Francesco Bonanno. Ritar­dando ad arte le tappe del viaggio e, contro il parere di tutti, prendendo la via di Avelline ormai controllata dai garibaldini, costrinse il suo sotto­posto generale Bonanno ad intavolare trattative col garibaldino Turr per una capitolazione delle trup­pe che sentendosi abbandonate preferirono scio­gliersi. Alcuni giorni dopo a Napoli Flores si recò ad omaggiare Garibaldi e si ritirò poi in famiglia. Chiese di entrare nell'esercito italiano, ma il 17 marzo 1861, a soli cinquantaquattro anni fu mes­so a riposo.  



RAFFAELE PINEDO Napoli 10.2.1802 - Napoli 22.10.1865


Di famiglia spagnola venuta nel regno al seguito di Carlo III con suo nonno Giovanni Pinedo, ufficiale del reggimento di cavalleria Tarragona, era figlio del tenente generale Antonio (1757-1830) e di Lucrezia Costa. Suo padre fu uno dei miglio­ri ufficiali di cavalleria nel periodo a cavallo fra i due secoli. Nel 1820 entrò nell'esercito come sottotenente di cavalleria. Nel 1826 era capitano e nel 1840 maggiore. Sempre destinato alla guardia reale non combattè in nessuna campagna. Nel 1859 comandava la piazza di Capua da maresciallo di campo. Il 7 settembre 1860 con l'arrivo dell'eser­cito nella piazza per l'ultima resistenza si dette ammalato. Il comandante in capo designato mare­sciallo Ritucci, meno anziano di lui, si recò a salutarlo e lo la letto con la febbre e vomito. In realtà Pinedo era già in contatto con il nemico e saputasi la cosa in Gaeta, ne tu ordinato in immediato arresto. Ritucci onestamente sorpreso lo man­dò a cercare, ma il generale, travestito da contadi­no, aveva già raggiunto Santa Maria occupata dai garibaldini. I fatti si commentano da soli. Si ritirò in famiglia a Napoli dove morirà cinque anni dopo. Suo figlio Giovanni ufficiale del genio rimarrà nella piazza per tutta la campagna. Suo diretto discen­dente fu l'asso dell'aviazione Francesco De Pinedo (1890-1933) nominato marchese da Vittorio Emanuele III. Nel quadro che riproduciamo, di proprietà della famiglia, Raffaele Pinedo è ritratto in gran tenuta da maresciallo di campo.  Furono davvero molti. In altra pagina cercherò di fornire i nomi e i volti di chi tradì prima dell'attacco contro il regno di Napoli, (magari per soldi, non per motivi politici), senza alcuna dichiarazione di guerra, cosa non prevista dal codice di diritto internazionale, esistente anche in quel momento.

venerdì 12 ottobre 2012

Tra storia e leggenda

Vero è che la storia viene scritta dal vincitore, è stato detto e scritto in mille salse. Ma se il vincitore è onesto scrive tutti i fatti, senza omissioni.
I greci antichi quando combattevano nell'arena si presentavano prima del duello: io sono Tizio, figlio di Caio. Il vincitore rendeva poi omaggio all'avversario abbattuto. Oggi i tempi sono cambiati...e di molto. Non esiste più il corpo a corpo, non esistono più le cavallerie nè eserciti che si scontrano...ma lo storico rimane, inalterato, immutato, spesso al soldo di chi lo paga meglio.
Nella storia d'Italia vi sono molte omissioni e non poche leggende.
Scrivono, per esempio che il sud era un Regno arretrato, senza classe media, con molta plebaglia analfabeta. Se così fosse qualcuno dovrebbe allora spiegare in che modo quel Regno divenne la terza potenza europea, economica, militare e culturale.
Ovviamente vi furono dei grossi errori, chi non ne fa? Il Regno di Napoli e Ferdinando II si credeva al sicuro circondato dal mare da tutte le parti e al nord c'era Pio nono a cui era devotissimo. Trascurò la politica estera, quella degli inglesi specialmente. Trascurò l'ammodernamento e l'efficienza del suo esercito.
Trascuro, per amor di patria i tradimenti dei più alti ufficiali dell'esercito comprati dalle piastre d'oro turche fornite dagli inglesi.
Questo libro scritto da Lorenzo Del Boca, presidente dell'ordine dei giornalisti, piemontese doc, fà un pò di chiarezza sui fatti, sulle persone, sui loro caratteri di quanti parteciparono a quegli eventi.
Oggi l'Italia è fatta? Sembra di ni, visti i risultati. Certamente si poteva fare diversamente.

Pubblicità...ma gratis a mon frere

Luigi De Gennaro
Il non senso delle parole (olio su tela)
Fusioni (olio su tela)


"La possibilità di comprendere appieno i risultati della pittura di Luigi De Gennaro, devono partire tenendo presente due momenti.


L'albero della vita  (olio su tela)                                                      Primo quello tecnico con i relativi risultati, poi quello meramente artistico. Due momenti che si fondono e si completano dando luce all’artista e alle sue opere. Senza volersi addentrare troppo nella prima parte diciamo che Luigi De Gennaro dipinge usando come supporto lo Specchio, sù di esso viene collocata la tela che una volta dipinta ,viene sapientemente tagliata in punti strategici ove fuori uscirà il supporto. E già qui si esaurisce la spiegazione tecnica perché è solo la prima ragione di questo suo operare, che è un modo per trascinare l’osservatore dentro il quadro, non solo come visuale, ma anche come soggetto che ne fa parte per la sua immagine riflessa, frammentata, spezzata, ma sempre sorprendente ed incisiva.

L’idea è un coinvolgimento, il piacere di sentirsi parte, di riconoscersi in un vivere occasioni, sogni, visioni, realtà.

E’ un raggiungimento non facile. L’artista deve lavorare con pazienza sui particolari, sugli angoli, sulle punte. Come in un balletto classico tutto si muove, tutto scintilla, e niente può essere fuori posto e i leggeri veli bianchi, le luci, i riflessi, ondeggiano secondo la sinfonia di un grande scenario simbolico. Rafforzata da un vigoroso ritmo di accenti, lo specchio traduce tanto la potenza dell’idea, quanto la pacata forza della gestualità che dà vita alla presenza sentita della rappresentazione e alla causalità di una visione in eterno movimento, parte più o meno consapevole della vitalità dell’opera.

Abbiamo scritto di allegorie e qui entriamo in quella che è l’espressione pittorica abituale.

Il Surrealismo è la sua fonte d'ispirazione fin dal 1975 , anno della sua prima mostra .

Le immagini si spingono ad interpretare il messaggio attraverso le lucenti cromie. Attraverso queste trasformazioni l’osservatore coglie il linguaggio che lo porta verso un mondo nuovo, che lui sente come situazione viva ed avventurosa in uno stile unico ed ideale. I soggetti li ritroviamo nella realtà o nella fantasia e sempre in zone dove l’insieme ha un andamento ritmico, quasi ondulatorio, conflittuale e spesso con fini provocatori e dove si accede ad un andamento musicale. In questo studiato intreccio di emozioni visive, la parte importante rimane la contrapposizione dei supporti che affiorano e che lasciati liberi disegnano zone d’ombra o sprigionano riflessi. Tutto ha un significato ben preciso che va sentito nella preparazione di un artista quale Luigi De Gennaro, che apre all’arte la sua continua emozione e che, nel rapporto con quest’arte, vede l’osservatore portato in prima fila.".



G. Falossi (Milano 18/ 7/ 2008)


Latente utopia  (olio su tela)                                       Il magico riflesso  (olio su tela)


Un pò di relax


Una vecchia canzone: che m'emparate a fà, che cantava Fausto Cigliano e Sophia Loren se non ricordo male.
Io non sono nè l'uno nè l'altro, ma ogni tanto amo canticchiare qualcosa. Nel video alcune foto della bellissima costiera amalfitana.


 Ti amo per ragioni sentimentali (I love you for sentimental reasons) è una canzone famosa scritta da William "Pat" migliore degli anni quaranta. Jazz puro, caldo. Il mio inglese fà un pò pena!
Pensieri in libertà  (Nella mente)

giovedì 11 ottobre 2012

Criminalità e sistema economico

Non ho mai saputo di un'indagine fatta da qualche Istituto Italiano, Inglese, Francese o Americano sul rapporto esistente tra il denaro e i condannati o comunque chi sta in galera per reati di furto, rapina, truffa: reati insomma connessi a provvedersi di denaro. Un'indagine certamente scomoda per il potere, ma che tuttavia andrebbe fatta. Perchè? Da Statisctica sulla popolazione carceraria, fatta dal Ministero della giustizia nel 2011, connessa strettamente al possesso di denaro, escludendo altri tipi di reato, si rilevano i seguenti dati. Reati contro Economia pubblica 526 16 542 Contravvenzioni 3.467 627 4.094 Associazione di stampo mafioso 6.389 78 6.467 Legge droga 15.438 12.021 27.45 560.000 Si ricava più o meno, dai numeri minimi esposti, se non sbaglio, 560.000 persone in carcere. Se moltiplichiamo il costo medio di mantenimento del singolo detenuto, circa 130 euro al giorno, per il numero di questo tipo di detenuti, abbiamo una spesa totale di euro 72.800.000. Escluse ovviamente le spese di giustizia, (magistrati e avvocati) con stipendi e parcelle, agenti di custodia, dirigenti e impiegati, manutenzione della struttura... tale spesa lievita notevolmente. La domanda banale è: perchè? Sarebbe molto più facile e conveniente per lo Stato dare ad ogni detenuto 50 euro al giorno al fine di evitare così che commettano nuovamente reati, una volta scontata la pena, legati al possesso del denaro o/e per la loro sopravvivenza. Escludo ovviamente le eccezioni. Non c'è in ogni carcere uno psicologo che ha un colloquio col singolo detenuto al suo ingresso? Certo che se lo psicologo si limita a chiedere: come và? Non serve a niente. Si potrebbe obiettare: eh...troppo comodo, in questo modo ogni poveraccio commetterebbe un reato per avere un diritto di sussistenza. Vero. Anzi verissimo. Ma allora il problema non è nell'istinto umano di commettere atti criminosi da reprimere, (la rieducazione e il reinserimento nella civiltà lavorativa è una favola istituzionale). Il problema è nella mancanza di denaro per la sopravvivenza. Così come nei Paesi poveri muoiono di fame non per mancanza di cibo, ma per mancanza di denaro per acquistarlo. Quanti di loro sarebbero disposti a commettere un crimine se avesse abbastanza denaro per vivere con la propria famiglia? Personalmente non credo che ve ne siano molti:, il carcere non piace a nessuno. E' mai stata fatta questa inchiesta? Se si facesse, lo Stato dovrebbe rivedere tutto il suo sistema giudiziario. Costerebbe poco visto che in carcere i detenuti non hanno molto da fare, dare loro un foglio di carta su cui rispondere a poche domande. Non viene fatto: ci sarà pure un motivo. Io che sono malpensante credo che tutta la baracca venga tenuta in piedi per far girare quattrini: stipendi, appalti per nuove strutture, cariche, ecc...produzione? Zero, zero zero.... nessun beneficio nè per lo Stato, nè per l'erario, nè per gli italiani. Ci sarà qualcosa che andrebbe modificato sia nel sistema economico, di cui nessuno parla, se non per non far capire niente agli italiani, sia nel sistema penitenziario. O no?

martedì 9 ottobre 2012

La malapolitica

Sta facendo scandalo l'affare Trota, l'affare della Regione Lazio, l'affare del partito di Rutelli e noi siamo stufi. Non se ne può proprio più. Si preparano leggi anticorruzioni...ma davvero vogliono farcelo credere? Facciano una legge intanto che obblighi tutti i partiti e le associazioni politiche a mettere online i loro bilanci certificati. Eliminino le Fondazioni bancarie. La corruzione è storia antica, è insita nell'uomo. Già uno dei tanti figli illegittimi del padre della Patria il galantuomo Vittorio Emanuele II si accendeva il sigaro con i biglietti da 100 lire (soldi del nuovo Regno italiano). Era lo stipendio di un impiegato di banca..
Questo suo figlio illegittimo Emanuele Alberto Mirafiori Guerrieri quando sposò la signorina Blanche Enrichetta de Lardarel ebbe un capitale in dote di 110.000 lire, (soldi dello Stato) la tenuta di mirafiori, il cui valore ammontava a circa 300.000 lire e palazzo Poniatowski di Firenze comprato a 550.000 lire. (Sempre soldi dello Stato) Però questo palazzo aveva bisogno di ristrutturazioni e papà (il galantuomo) pagò, ancora con i soldi degli italiani. Scrisse a questo sconsiderato figliastro: Ora sento che 50.000 lire sono state già spese per la scuderia più 70.000. Ciò fa pessimo effetto perché dicono che io rubo i denari della nazione per darli a te.
Non era forse vero che rubava i soldi alla Nazione per darli a lui? L'Italia, appena fatta veniva spremuta come un limone dal sud al nord e il Savoia spendeva come un miliardario fregandosene del bilancio dello Stato, tra donne, cavalli, caccia e il lussuoso mantenimento di figliastri un po ovunque. Di che ci meravigliamo dunque? Il sud era stato completamente depredato dell'oro, dei tesori d'arte e le aziende smantellate e portate al nord e quindi il galantuomo si sentiva di poter spendere e spandere. A Napoli dicono che il pesce puzza dalla testa. Qual'è oggi la testa dell'Europa? Il FMI, la BCE e le multinazionali che dispongono di enormi somme di denaro. Istituzioni di cui non vedremo mai alcun documento, salvo quelli che vogliono farci vedere, se mai accadrà. Top secret. Bisogna dedurne che non è il partito o l'istituzione a generare la corruzione, ma è l'uomo. E' una questione culturale. Quando l'uomo di governo capirà che è lì, al suo posto per servire il popolo e non per servirsi di quel popolo, allora avremo un uomo onesto al Governo. Ma per questo non servono leggi.

lunedì 8 ottobre 2012

Chi è il proprietario dell'euro?

Giacinto Auriti - Accademico, Docente Universitario, Ideologo, Giurista di Chiara Fama. Ha insegnato nelle Università di Roma e di Teramo, Filosofia del Diritto, Diritto internazionale, Diritto della Navigazione. Ha presieduto commissioni internazionali ed ha curato la parte commerciale del Codice Civile Greco. -------------------------------------------------------------------------------- << Noi siamo per la Proprietà Popolare della Moneta. Riprendiamoci la proprietà dei nostri soldi. Oggi la NOSTRA MONETA nasce di PROPRIETÀ della banca che la emette prestandocela. Noi vogliamo che nasca di PROPRIETA’ dei CITTADINI e che sia ACCREDITATA ad ognuno come "REDDITO DI CITTADINANZA" >> Per scrivere questa frase che è valida per tutte le monete in circolazione sono occorsi 36 anni di studi universitari ( tesi di laurea, convegni ecc.) presso l'ateneo di giurisprudenza di Teramo e "La Sapienza" di Roma. La SOVRANITA’ MONETARIA va attribuita allo Stato, come quarto potere costituzionale, e tolta alla banca centrale. La PROPRIETA’ della MONETA va attribuita al Popolo, che, per convenzione sociale le attribuisce il valore: ognuno infatti accetta moneta in previsione di poterla spendere a sua volta. Si attua così il diritto sociale universale, come previsto dalla DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA e del 2° co. Dell’ art. 42 della Costituzione. Riconosciuta la moneta di proprietà dei cittadini, lo Stato deve trattenere all’origine, sin dall’ emissione, quanto necessario per esigenze di pubblica utilità, ELIMINANDO il 100% dei PRELIEVI FISCALI. Vanno costituiti un MINISTERO PER IL RISARCIMENTO DANNI DA USURA ( come i danni di guerra ) ed un TRIBUNALE CONTRO L’ USURA. Il Popolo non deve avere solo la sovranità politica, ma anche quella monetaria, in una DEMOCRAZIA INTEGRALE, altrimenti CONTINUA L’ ATTUALE REGIME USUROCRATICO, che, prestando quanto dovutoci, ci trasforma da proprietari in debitori dei nostri soldi. “ Una volta chi trovava una pepita d'oro se ne appropriava senza indebitarsi verso la miniera. Oggi, al posto della miniera c'è la Banca Centrale, al posto della pepita, un pezzo di carta, al posto della proprietà il debito, perché la banca EMETTE MONETA SOLO PRESTANDO. Così siamo stati TRASFORMATI DA PROPRIETARI IN DEBITORI DEI NOSTRI SOLDI perché abbiamo verso la Banca Centrale un debito pari a tutto il denaro in circolazione e questo DEBITO NON DOVUTO lo paghiamo inconsapevolmente con le tasse e gli interessi bancari “. PREMESSO - che crea il valore della moneta la collettività e non le banche centrali che la emettono, così il simbolo-carta acquista valore a costo nullo per il semplice fatto che ci si mette d'accordo che lo abbia; - che la moneta è misura del valore per convenzione (come ogni unità di misura) ; - che la moneta ha la qualità del valore perché misura i beni economici e come ogni unità di misura ha necessariamente la qualità corrispondente all’ oggetto da misurare (esempio il metro ha la qualità della lunghezza perché misura la lunghezza ) ; - che le banche centrali emettono la moneta prestando il dovuto, trasformando i popoli da proprietari in debitori del proprio denaro; - che la moneta, pur essendo un bene collettivo, è di proprietà individuale perché, per indotto giuridico causato dalla convenzione, ogni portatore è proprietario della sua moneta e pertanto la proprietà della moneta, all'atto dell'emissione, deve essere attribuita ai cittadini e non alla banca; - che tale principio, che operava universalmente quando la moneta era espressa con simbolo merce (oro), era stravolto con la moneta nominale: infatti mentre con la moneta d'oro il portatore ne era il proprietario, con la moneta nominale ne diventava inconsapevolmente debitore; CONSTATATO - che, facendo leva sul riflesso condizionato causato dall'abitudine secolare di dare sempre un corrispettivo per avere denaro, le banche centrali inducono i popoli del mondo ad accettare la propria moneta all'atto dell'emissione col corrispettivo del debito (cioè in prestito) pur essendo il procedimento creativo di moneta nominale realizzato con simboli di costo nullo (oro di carta); - che in tal modo le banche centrali caricano il costo del denaro all'atto dell'emissione del 200% prestando il dovuto, ossia addebitando il valore monetario che avrebbero dovuto accreditare; - che i popoli del mondo vengono così non solo espropriati e indebitati per un valore pari a tutto il denaro in circolazione ma sono fatti precipitare nella condizione angosciosa di debitori ineluttabilmente insolventi con la beffa di subire come "democrazia" l' "usurocrazia"; - che questa situazione consolida, per prassi bancaria, i reati di truffa, associazione a delinquere, falso in bilancio, usura ed istigazione al suicidio da insolvenza (come malattia sociale che non ha precedenti nella storia) perché la banca centrale, PRESTANDO IL DOVUTO, carica il costo del denaro del 200% e rende impossibile la puntualità dei pagamenti; TUTTO CIÒ PREMESSO E CONSTATATO Poiché democrazia significa sovranità politica popolare, il popolo deve avere anche la sovranità monetaria che di quella politica è parte costitutiva ed essenziale in un sistema di democrazia vera o integrale in cui la moneta va dichiarata, a titolo originario, di proprietà dei cittadini sin dal momento della sua emissione. Sempre al riguardo si ricorda l'esistenza dei seguenti disegni di Legge: DIS. LEGGE N. 1889 SENATO XIII LEGISLATURA E' nell'interesse di tutti i popoli di tutto del mondo che si parli della proprietà popolare della moneta ma, ancor di più, è importante ricordare ai nostri politici Italiani di discutere il disegno di legge su indicato che ormai, da anni giace al Senato. IL sottoscritto Prof. Giacinto Auriti, nella qualità di Segretario Generale del Sindacato Antiusura S.A.US., istituito in Guardiagrele (CH) ITALIA DIFFIDA la B C E CONSIDERATO CHE - nessuna norma del trattato di Maastricht stabilisce di chi sia la proprietà dell'EURO all'atto dell'emissione; - non si può dire chi sia debitore e chi creditore nella fase di circolazione; - l'EURO non può, quindi, essere accettato come moneta di corso legale perché manca la certezza del diritto; - il fatto, per la sua notorietà, non necessita del sostegno di alcun mezzo di prova o di accertamento giudiziario. In virtù di quanto innanzi premesso, il sottoscritto, nella qualità dedotta, avanza formale diffida alla Banca Centrale Europea, in persona del Governatore pro-tempore, ad astenersi da qualunque forma di emissione di euro perché il vizio di nullità è di tale rilievo da impedire, per carenza assoluta della certezza del diritto, la nascita del valore monetario convenzionale. Si fa presente, con l'occasione, che la proprietà dell'EURO dev'essere riconosciuta a tutti i cittadini europei sin dall'atto dell'emissione perché sono costoro che, accettando la moneta, ne creano il valore e, quindi, ne acquistano la proprietà. Di conseguenza la B.C.E., non essendo proprietaria dei valori monetari, non può prestarli ai cittadini.Tutto l'EURO che sarà emesso dovrà essere accreditato alle collettività nazionali che, contestualmente all'emissione, vanno riconosciute proprietarie della loro moneta. Posto che la recente scoperta scientifica del valore indotto ha dimostrato che tutti possono prestare denaro, tranne chi lo emette, il mancato rispetto di questo principio consoliderebbe i reati di truffa, usura, falso in bilancio, associazione a delinquere e, consequenzialmente, istigazione al suicidio da insolvenza; tutto ciò in applicazione anche di norme penali vigenti ed uniformi in tutti gli Stati europei. Ove mai la presente diffida non fosse accolta i popoli europei si andrebbero ad indebitare verso la B.C.E. senza alcun corrispettivo e per un debito, non dovuto,pari alla massa monetaria in circolazione. In mancanza di riscontro lo scrivente Sindacato si vedrà costretto a rivolgersi alla Corte di Giustizia Europea. Chieti, lì 01.06.2001. F.to II Segretario Generale del Sindacato Antiusura SAUS Avv.Prof. Giacinto Auriti Relata di notifica ad istanza come in atti, io sottoscrìtto Ufficiale Giudiziario, addetto all'UUNEP presso il Tribunale di Chieti, ho notificato copia del su esteso atto, conforme all'originale, alla Banca Centrale Europea, in persona del Governatore protempore, con sede in, Kaiser Strasse n. 29 D. 60311 Frankfurt/am/main/German y, ciò ho fatto mediante servizio postale ai sensi di legge. Chieti, 2 Giugno 2001. F.to Ufficiale Giudiziario Papale Luigi Dell'Ufficio Unico Esecuzioni Tribunale di Chieti. Di conseguenza il sindacato antiusura S.A.US., malgrado abbia abbondantemente dimostrato che tutti possono prestare denaro tranne chi lo emette; PRENDE ATTO - che, malgrado la notorietà dei fatti qui evidenziati e regolarmente denunciati alla Procura della Repubblica del Tribunale di Teramo (in data 8-3-93) e pur essendo stato presentato al Senato della Repubblica Italiana il Disegno di Legge "PER LA PROPRIETÀ' POPOLARE DELLA MONETA" (XII Legislatura, n. 1282, e XIII Legislatura, n. 1889 su iniziativa dei Senatori Natali, Monteleone, ed altri), il problema è stato del tutto ignorato dalle Autorità Statali. L'attuale assoluta inefficienza degli organi statuali a liberare la collettività nazionale dall'asservimento alla grande usura della Banca Centrale, invita i cittadini a farsi giustizia per proprio conto, convenzionalmente, per legittima difesa, usufruendo del SIMEC, proprietà del portatore. DEFINISCE " PROPOSTA DI UN REGIME MONETARIO UNIFORME IN CUI LA PERSONA UMANA* SIA PADRONE E NON DEBITORE DELLA SUA MONETA " * (e non persona giuridica (Enti di Stato, multinazionali, S.p.a. e così via) MANIFESTO per la GIUSTIZIA MONETARIA Per garantire la moneta come strumento di diritto sociale vanno rispettati i seguenti principi: 1).Moneta di proprietà del portatore. 2).Senza riserva. 3).Rarità monetaria controllata e finalizzata agli interessi sociali e non a quelli dell'usura. 4).Reddito monetario di cittadinanza. 5). Codice dei redditi sociali. 6).Trattenuta all'origine dei fondi per esigenze fiscali di pubblica utilità. 7). Moratoria dei debiti (ed eventuale sciopero dei debitori) in attesa dell'accertamento della proprietà dei valori monetari e della relativa compensazione di dare-avere. 8).Costituzione di un dicastero per il risarcimento danni da usura (analogo al risarcimento danni di guerra). 9). Divieto di signoraggio: tutti possono prestare moneta tranne chi la emette. Manifesto presentato dal Prof.Avv. Giacinto Auriti segretario generale del Sindacato Anti USura S.A.US. al convegno di Guardiagrele (CH) ITALIA "Giustizia monetaria" il 13-09-02 Se il tempo è DENARO, il denaro è TEMPO Diventiamo PROPRIETARI del NOSTRO DENARO, e finalmente, saremo PADRONI del NOSTRO TEMPO. DISEGNO DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE (ai sensi dell'art. 71 della Costituzione italiana) che riconosce l'EURO proprietà dei cittadini europei. Art. 1 - L'EURO, all'atto dell'accettazione, nasce di proprietà dei cittadini ed è acquisito a tal fine nella disponibilità degli Stati Membri aderenti al Trattato di Maastricht. L'EURO è pertanto proprietà del portatore. Art. 2 - Ad ogni cittadino è attribuito un codice dei redditi sociali, mediante il quale gli viene accreditata la quota di reddito,causato dalla accettazione monetaria e da altre eventuali fonti di reddito in attuazione del 2° co. dell'art.42 della Costituzione. Art. 3 - Accettata la proprietà dell'EURO in rappresentanza della collettività nazionale, il Governo è legittimato a trattenere all'origine quanto necessario per le esigenze fiscali di pubblica utilità. Art. 4 - Norma transitoria. E' concessa la moratoria dei debiti a richiesta di parte in attesa che si accerti di chi sia la proprietà dell'EURO all'atto dell'emissione. Disegno di Legge proposto dal Sindacato S.A.US. SOSTIENI QUESTA CORRENTE CULTURALE E FARAI VERAMENTE I TUOI INTERESSI. LA GIUSTIZIA MONETARIA NELLO STATO DI DIRITTO E inammissibile che nel c. d. "Stato di Diritto" non si sappia di chi sia la proprietà della moneta. Poiché nessuna norma del Trattato di Maastricht stabilisce di chi sia la proprietà dell'EURO all'atto dell'emissione, ne consegue che non si può dire chi sia creditore e chi debitore nella fase della circolazione. Tutto il sistema monetario è pervaso da un fondamentale arbitrio contabile della banca centrale perché manca la certezza del diritto. Quando la moneta era d'oro il portatore ne era il proprietario. Chi trovava una pepita se ne appropriava senza indebitarsi verso la miniera. Oggi, al posto della miniera c'è la banca centrale; al posto della pepita una pezzo di carta; al posto della proprietà il debito, perché la banca emette moneta solo prestandola. Poiché non c'è incompatibilità tra la posizione di proprietario e quella di debitore perché il debitore è proprietario provvisorio della moneta per la durata del prestito facendo leva sul riflesso condizionato causato dall'abitudine secolare di dare sempre un corrispettivo per avere denaro, i popoli sono stati indotti ad accettare,all'atto dell'emissione, la propria moneta col corrispettivo del debito non dovuto, inconsapevolmente. Con l'avvento della moneta nominale (la Sterlina inglese, emessa dalla Banca d'Inghilterra nel 1964) si è verificata, così, la più grande truffa di tutti i tempi, passata inosservata perché il portatore, pur essendo proprietario della moneta, non si accorgeva di avere un debito non dovuto, di pari valore, da lui pagato a richiesta arbitraria del falso creditore, con i prelievi fiscali e gli interessi bancari. Particolarmente significativi, in questo senso, i "prelievi fiscali per combattere l'inflazione" in cui lo scopo del tributo, essendo finalizzato alla rarefazione monetaria, è fine a sé stesso e consente agli azionisti della banca centrale la parassitaria rendita da signoraggio, considerata addirittura come "costo di un pubblico servizio" (la lotta all'inflazione). SU TALI INTRODUZIONI DIMOSTRATE - che crea il valore della moneta il popolo, che l'accetta come mezzo di pagamento e non la banca centrale che la emette; - che le banche centrali emettono la moneta prestando il dovuto, ossia trasformando i popoli da proprietari in debitori del proprio denaro; - che nessuna norma del trattato di Maastricht statuisce di chi sia la proprietà dell’ EURO all’ atto dell’ emissione e che pertanto non si puo’ stabilire chi sia creditore e chi debitore nella fase della circolazione, per l’ incertezza del diritto. - che, malgrado le numerose denunce per truffa, associazione a delinquere, falso in bilancio, usura, istigazione al suicidio da insolvenza, nessun provvedimento giudiziale è stato all'uopo emesso; - che i detti reati sono stati denunciati sulla base di fatti notori che, per assumere rilevanza giuridica, non necessitano ne di prove, nè, tantomeno, di accertamento giudiziale. - che i magistrati vanno sollecitati ad assumere valide iniziative giudiziali, concedendo come provvedimento d’ urgenza la moratoria dei debiti, a fronte delle drammatiche situazioni in cui esplode l’ angoscia dell’ insolvenza ineluttabile, e la malattia sociale del suicidio per debiti non dovuti a effetto dell’ usurocrazia che non ha precedenti nella storia. PERTANTO IL SINDACATO ANTI-USURA "SAUS" SOLLECITA I MAGISTRATI A DISPORRE COME ATTO DOVUTO E PROVVEDIMENTO D'URGENZA VOLTO AD EVITARE DANNI IMMANI ALLE VITTIME DEI DETTI REATI, LA MORATORIA DEI DEBITI BANCARI E FISCALI, IN ATTESA CHE SI ACCERTI DI CHI SIA LA PROPRIETÀ DELLA MONETA ALL'ATTO DELL'EMISSIONE. Bibliografìa Consigliata: Da leggere i due manuali scritti dal prof G.Auriti, si possono scaricare gratuitamente da l sito www.simec.org sono: - L’ ORDINAMENTO INTERNAZIONALE DEL SISTEMA MONETARIO – - IL VALORE DEL DIRITTO - - IL PAESE DELL'UTOPIA di Giacinto Auriti Casa Editrice Tabula Fati del Gruppo editoriale SAGRAB Sri 66100 CHIETI - C P 34. Tel. 0871 63210 Fax 0871 404798 Intemet: http://www.tabulafati.it - LA BANCA LA MONETA E L'USURA di Bruno Tarquini Controcorrente edizioni Via Carlo de Cesare 11 cap 80132 Napoli Tel. 081/421349-5520024. Cerca su internet, www.simec.org digita anche parole chiave come: valore indotto, moneta SIMEC, Giacinto Auriti, proprietà popolare della moneta. Purtroppo nella nostra attualità vanno al comando chi si-serve meglio di tutti gli altri. L’ ETICA IMPERANTE E’ QUELLA ECONOMICISTICA RISULTATO DEL SISTEMA MONETARIO ATTUALE. “ E’ GIUSTO QUELLO CHE CONVIENE ECONOMICAMENTE ” solo a livello individuale, le conseguenze di questo modo di pensare sono sotto gli occhi di tutti…… Invece ora le nostre comunità sono chiamate a scegliere uomini secondo un’ altra etica, che storicamente è quella che ci appartiene. ETICA ROMANO – CRISTIANO - CATTOLICA “ CONVIENE ESSERE GIUSTI ” per la salvezza sia dell’anima che del corpo, sul piano individuale, e per assicurare un futuro di giustizia e pace al prossimo. La Felicità sta nel benessere comune!

venerdì 28 settembre 2012

Neoborbonici sì, neoborbonici no!

 Il grande merito dell'associazione culturale Neoborbonica, è stato quello di diffondere per prima, la vera storia risorgimentale d'Italia, attraverso libri, convegni e conferenze. Nacque da un'idea del compianto prof. Pazzaglia. Non sono stati comunque i soli, molti ricercatori hanno lavorato bene, prima di loro,  frugando negli archivi storici militari e nelle collezioni private. Associazione seria e conosciuta...però...però un appunto voglio farlo, voglio fare l'avvocato del diavolo per una volta, io che nell'associazione ci sono stato. Quando nella dirigenza viene messo un personaggio che ama ammantarsi del titolo di capitano di un esercito che non esiste più, che per vie e piazze gira con la divisa, bandiera, sciabola e trombetta a sparare cannonate a salve, con uno sparuto gruppo in divisa, come faceva Totò nei panni del pazzariello, che ama fregiarsi di appartenere all'ordine costantiniano, le cui patacche dorate o meno si trovano su ebay a 6 euro al pezzo, al dettaglio, allora l'associazione si gioca la sua serietà e perde in credibilità. Se si vuole essere credibili sarebbe necessario liberarsi di certi personaggi ed accostarsi ad un movimento di carattere politico, cosa che l'associazione non vuole assolutamente fare, dunque si divulga esclusivaamente cultura. Considerato però che le letture medie in Italia e specie al sud, si aggirano sul 30%, nel migliore dei casi e si legge sport per di più, viene da chiedersi se l'associazione intende svegliare i napoletani parlando male di Garibaldi o di Lord Gladstone o Mr Pike sperando di essere letti. Nè tantomeno si può pensare di giungere a risultati tangibili con i piccoli movimenti esistenti a macchia di leopardo che non guardano a ciò che li unisce, ma badano esclusivamente al loro pollaio. Abbiamo affrontato molte volte, negli ultimi anni, questo problema: non c'è niente da fare! Sarà questa mancanza di unione che non permetterà una rinascita del sud finche non lo capiranno...e non serve un genio per capirlo.