venerdì 24 settembre 2010

Dio è morto?

Ricordate il titolo di questa canzone degli anni 60 dei Nomadi? Sì, io la ricordo, era conosciutissima.
....................
Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede
In ciò che spesso han mascherato con la fede
Nei miti eterni della patria o dell'eroe
Perché è venuto il momento di negare tutto ciò che è falsità
Le fedi fatte di abitudini e paura
Una politica che è solo far carriera
Il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto
L'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto
E un Dio che è morto
Nei campi di sterminio Dio è morto
Coi miti della razza Dio è morto
Con gli odi di partito Dio è morto.
...................................
Già in quegli anni la coscienza di chi scriveva quelle parole, si stava svegliando e cominciava a capire come stavano le cose.
Per quanto mi riguarda penso che Dio non muore e non nasce, se non dentro di noi. Quel "dentro" di cui le religioni monoteistiche si sono indebitamente appropriate.
Sentivo Gandhi dire: io sono musulmano, sono ebreo, sono cristiano, sono indù.
Quanto è vero! Chi crede in Dio non può appartenere ad una sola religione, ma a tutte quelle che credono nello stesso Dio. Nello stesso principio creatore.
La religione dunque divide, non unisce e divide spesso, la storia insegna, in modo sanguinoso. Perchè? Non oso dirlo...sarebbe troppo per il lettore credente.
Se ci guardiamo intorno ci accorgiamo che la moralità, nata dalla parola di Dio, non ha alcuna presa sulle coscienze di quanti governano, dunque Dio esiste quando vogliamo e muore quando ci fa comodo.
Io credo semplicemente che il rapporto tra me e Dio riguarda esclusivamente me e Lui, senza alcuna intermediazione. Diversamente mi si mostri un mandato!
Com'è lento il nostro cammino.