Come fa un non laureato ad Oxford o alla Sorbona a parlare, o meglio scrivere di economia? Semplice: con la logica.
Se girate un pò in rete leggerete di molti che si lamentano delle banche , di supporti economici mancati, di titoli fasulli smerciati a buon prezzo, di Berlusconi che, sembra, (dico sembra eh?) voglia nazionalizzare le banche italiane. Urka che notizia!
C'è da fregarsi le mani. Ma sarà vero?
Diciamoci la verità: prima dell'avvento di internet, quanti di noi sapevano che la Banca d'Italia, non era dell'Italia? Ovvero dello Stato italiano? Non molti credo leggono la storia italiana e sul sito della Banca d'Italia, si guardano bene dal nominare il sig. Carlo Bonbrini e Camillo Benso, sedicente conte di Cavour (il gatto e la volpe) che piano piano costruirono la Banca d'Italia, passando dal banco Nazionale di Sardegna, in illo tempore banca del regnucolo sardo-piemontese.
Con quali soldi? Mah...credo con i soldi del Banco di Napoli e di Sicilia, il Monte dei Paschi di Siene in Toscana e qualcun'altra, visto che in Piemonte non ce n'era tanto, non certamente con i loro.
Intanto già il nome Banca d'Italia induce gli italiani a credere che quella sia la banca degli italiani, dello Stato italiano...no, non è così. Appartiene a pochi privati...non a tutti.
Anche la Banca d'Italia ha instaurato nel nostro paese quel sistema che nel 1694 fu creato con la nascita della Banca d'Inghilterra ad opera di Rothchild, (quasi certamente) ossia dai figli di Mayer Amschel, orafo ebreo della Baviera che di soldi ne prestò molti alla corona inglese. Questa famiglia ha prestato soldi a molti governi e finanziato acquisti di terreni auriferi nel mondo: i Rothschild amavano l'oro, tant'è che ne fissano il prezzo ancora oggi. Nessuno dice qualcosa di questi signori dell'oro, nè giornali nè tv: fateci caso: vietato. E' come se non esistessero. Salvo un sito ufficiale che trovate facilmente.
Cosa è diventato oggi un semplice prestito di denaro? L'appropriazione dei beni di privati e degli Stati, debitori, da quando a queste banche si è concesso la facoltà di stampare banconote a pochi cents, come una qualsiasi tipografia.
Questo è un fatto. Così oggi il nostro Paese si ritrova con debiti verso le banche, che noi pagheremo, di oltre l'intero Prodotto Interno Lordo. Riusciremo mai a pagarlo? Non credo.
Oggi Berlusconi, si dice, voglia nazionalizzarle, proprio per abbattere il debito pubblico che quelli prima di lui hanno fatto negli anni passati e lui nel suo periodo di governo, costruendo cattedrali nel deserto e con manovre quanto meno dubbie.
Personalmente mi fido poco dei politici, anzi per nulla. Perciò credo che con una buona mancia Berlusconi andrà avanti senza fare questa riforma e, come si diceva a Napoli, tutto finirà senza cambiare nulla, a tarallucci e vino. E poi, perchè dovrebbe cambiare qualcosa? Sono 150 anni che si vuole cambiare qualcosa nel nostro bel paese, ma nessuno ha cambiato nulla, o meglio si peggiora.
La dose quotidiana di spread ci allontana dal vero problema: cos'è un investimento? Fare un investimento, a mio avviso, significa creare un'azienda investendo dei capitali (il famoso rischio impresa) assumendo mano d'opera e traendone dei profitti. Questo un investimento, ce ne sono altri ovviamente: il mattone, i cosidetti beni rifugio e via dicendo. L'acquisto del debito di uno Stato comprato oggi e venduto domani, si chiama speculazione.. Certo così è più facile e si rischia meno, visto che l'Italia è il Paese più tassato al mondo.
W l'Italia!
Se girate un pò in rete leggerete di molti che si lamentano delle banche , di supporti economici mancati, di titoli fasulli smerciati a buon prezzo, di Berlusconi che, sembra, (dico sembra eh?) voglia nazionalizzare le banche italiane. Urka che notizia!
C'è da fregarsi le mani. Ma sarà vero?
Diciamoci la verità: prima dell'avvento di internet, quanti di noi sapevano che la Banca d'Italia, non era dell'Italia? Ovvero dello Stato italiano? Non molti credo leggono la storia italiana e sul sito della Banca d'Italia, si guardano bene dal nominare il sig. Carlo Bonbrini e Camillo Benso, sedicente conte di Cavour (il gatto e la volpe) che piano piano costruirono la Banca d'Italia, passando dal banco Nazionale di Sardegna, in illo tempore banca del regnucolo sardo-piemontese.
Con quali soldi? Mah...credo con i soldi del Banco di Napoli e di Sicilia, il Monte dei Paschi di Siene in Toscana e qualcun'altra, visto che in Piemonte non ce n'era tanto, non certamente con i loro.
Intanto già il nome Banca d'Italia induce gli italiani a credere che quella sia la banca degli italiani, dello Stato italiano...no, non è così. Appartiene a pochi privati...non a tutti.
Anche la Banca d'Italia ha instaurato nel nostro paese quel sistema che nel 1694 fu creato con la nascita della Banca d'Inghilterra ad opera di Rothchild, (quasi certamente) ossia dai figli di Mayer Amschel, orafo ebreo della Baviera che di soldi ne prestò molti alla corona inglese. Questa famiglia ha prestato soldi a molti governi e finanziato acquisti di terreni auriferi nel mondo: i Rothschild amavano l'oro, tant'è che ne fissano il prezzo ancora oggi. Nessuno dice qualcosa di questi signori dell'oro, nè giornali nè tv: fateci caso: vietato. E' come se non esistessero. Salvo un sito ufficiale che trovate facilmente.
Cosa è diventato oggi un semplice prestito di denaro? L'appropriazione dei beni di privati e degli Stati, debitori, da quando a queste banche si è concesso la facoltà di stampare banconote a pochi cents, come una qualsiasi tipografia.
Questo è un fatto. Così oggi il nostro Paese si ritrova con debiti verso le banche, che noi pagheremo, di oltre l'intero Prodotto Interno Lordo. Riusciremo mai a pagarlo? Non credo.
Oggi Berlusconi, si dice, voglia nazionalizzarle, proprio per abbattere il debito pubblico che quelli prima di lui hanno fatto negli anni passati e lui nel suo periodo di governo, costruendo cattedrali nel deserto e con manovre quanto meno dubbie.
Personalmente mi fido poco dei politici, anzi per nulla. Perciò credo che con una buona mancia Berlusconi andrà avanti senza fare questa riforma e, come si diceva a Napoli, tutto finirà senza cambiare nulla, a tarallucci e vino. E poi, perchè dovrebbe cambiare qualcosa? Sono 150 anni che si vuole cambiare qualcosa nel nostro bel paese, ma nessuno ha cambiato nulla, o meglio si peggiora.
La dose quotidiana di spread ci allontana dal vero problema: cos'è un investimento? Fare un investimento, a mio avviso, significa creare un'azienda investendo dei capitali (il famoso rischio impresa) assumendo mano d'opera e traendone dei profitti. Questo un investimento, ce ne sono altri ovviamente: il mattone, i cosidetti beni rifugio e via dicendo. L'acquisto del debito di uno Stato comprato oggi e venduto domani, si chiama speculazione.. Certo così è più facile e si rischia meno, visto che l'Italia è il Paese più tassato al mondo.
W l'Italia!
